“Su contratti accordo tra parti meglio di legge”, il punto del presidente Merletti

Giorgio_Merletti_presidente_di_Confartigianato_Imprese
“Sulla contrattazione meglio evitare una legge e lasciare che sia un accordo tra le parti a dare le regole”. Lo dice Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, a Labitalia spiegando che il mondo dell’artigianato le regole sulla contrattazione “se le è date con un accordo tra le parti nel 2004, anticipando il dibattito odierno tra Federmeccanica e sindacati sul peso dei diversi livelli”.
Infatti, ricorda Merletti, noi abbiamo costruito “un contratto nazionale con cogenza di livello centrale e periferico, dove cioè nessun livello ha più peso dell’altro e dove la maggiorazione della retribuzione si gioca al secondo livello, inteso però come livello territoriale, regionale, e non aziendale”.
“In questi anni -riassume Merletti- l’accordo ha funzionato anche se stabilire una retribuzione a livello regionale può anche comportare problemi perché non tutti i territori sono omogenei”.
“Tuttavia, ai tavoli si sono chiusi gli accordi -dice Merletti- e sicuramente è aumentata la sensibilità verso i temi del contratto da parte di entrambe le parti”. Questo, spiega il presidente di Confartigianato, “è potuto succedere anche perchè abbiamo alle spalle 20-25 anni di relazioni bilaterali”.
Merletti sottolinea che “per le pmi la contrattazione aziendale è un problema”, complicato anche dal concetto di “produttività” ad essa legato. “Che cosa si intende per maggiore produttività? Non certo solo maggiore produzione”, spiega Merletti che aggiunge: “Noi condividiamo già la distribuzione di risorse sia datoriali sia dei lavoratori nella bilateralità, a cui si è ora aggiunta la sanità integrativa”.
“La produttività è molte cose -ricorda Merletti- ed è peculiarità della contrattazione di secondo livello definirla”. Insomma, per il presidente di Confartigianato, “bisogna lasciare che le parti discutano e si accordino caso per caso, non che sia la legge a stabilirlo”.